Ut (la Ruota) – Meris Angioletti
Artista: Meris Angioletti
Titolo: UT (la Ruota)
Testi: Philippe Latreille
Performers: acrobata, Carla Farreny – Jemenez suonatore di teremin – Jimmy Viriani – calligrafa, Sonia Da Rocha
scenografia e regia luci: Meris Angioletti
anno: dal 2014
credits: Meris Angioletti/Les Osselets, Snaporazverein con il sostegno di: FRAC Champagne Ardennes, CNAP Centre National pour les Arts Plastiques e con la collaborazione di CNAC Centre National des Arts du Cirque, Châlons sur Champagne.
Roland Barthes, Camera Lucida (1980)
« Conosciamo la relazione originaria tra il teatro e l’aldilà : gli attori sono i primi a separarsi dalla comunità per impersonare il ruolo dei morti. La scena designa un corpo che é contemporaneamente vivo e morto. »
Angelus Silesius, Il pellegrino cherubico (1674)
« Amico, ovunque tu sia, non fermarti. Bisogna continuamente cercare, di luce in luce. »
UT è stato pensato come un viaggio iniziatico attraverso gli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Quando prenderà una forma compiuta, UT sarà in primo luogo una deambulazione. Sarà composto da una serie di tableaux vivants (ispirati alle coppie di arcani -coppie di tetradi comparative- individuate da Oswald Wirth nel suo libro Le Tarot des Imagiers du Moyen Age, 1927) attraverso i quali lo spettatore sarà libero di spostarsi a proprio piacimento. Tutto è vibrazione, di voci e di corpi e lo spettatore muovendosi si avvicinerà al cuore del canto, il più vicino possibile per essere assorbito egli stesso da questa vibrazione; in scena si troveranno generatori e accumulatori di simboli che attiveranno una danza di immagini attraverso la mutua interazione e l’azione degli spettatori, divenuti elettroni liberi.
UT in questo modo potrà diventare un’esperienza esistenziale, in primo luogo iniziatica, mettendo opera e pubblico sullo stesso piano. Potrà infatti essere vissuta come se ogni volta fossimo confrontati con la lettura di una tavoletta cuneiforme, perché ognuno dei tableaux vivants diventerà la « materializzazione » per immagini, luci, suoni, materia e materiali diversi, di frammenti di poesia in relazione con l’insieme. Le scene previste dal progetto sono in tutto sei, pensate e -quando sarà possibile- disposte secondo una geometria/struttura labirintica a spirale. La scelta della struttura crea il legame fra UT e gli Arcani Maggiori dei Tarocchi, il bacino che ha fornito la materia prima simbolica dell’opera: è una materia che permette si stabilire relazioni e continuum fra le scene, le condensa rendendo l’antica trama un tessuto capace di connettersi alle leggi della biologia e della fisica, sollecitando a tratti almeno in parte i cinque sensi: percezione, udito e tatto.
Liberamente tratto da scritti di Meris Angioletti