Holiday on Stage – Damir Todorovic Martin Schick

Artisti: regia, drammaturgia di Martin Schick e Damir Todorovic
Titolo: Holiday on Stage
Anno: 2013
Attori: Martin Schick, Damir Todorovic, Monsook Choi (danzatore) accompagnato (spesso) da Viviane Pavillon o un’altra assistente e da un emigrante illegale
Consulenza artistica: Cuqui Jerez
Musiche: Yujiro Akihiro
Trouble shooter: Anna K. Becker; Supporto tecnico: Michi Egger
Costumi: Dragana Kunjadic per Costume National
Style consultant: Toshiko Kobatake
Consulente Business: Roland Monnay
Allenatore personale: Vojin Vujovic
English coach: Rosalyn Wynn ; Coach per accento inglese: Tim Harrison
Assistente di produzione e sponsoring: Arnaud Gariépy e Rosalyn Wynn
Organizzazione: Michael Monnay e Sally de Kunst

Credits: Produzione Festival Belluard – Bollwerk Fribourg (Svizzera) con il sostegno del Canton Friborgo per la Cultura. Coproduzioni: The Basement Brighton; Vooruit Ghent; Beursschowburg Bruxelles; Dampfzentrale Bern; Kaserne Basel; Gessnerallee Zürich; Brut Vienna e Snaporazverein nell’ambito di Réso – Reseau Danse Suisse. Sostenitori: WP Zimmer Antwerpen; Migros Percento Cultura; Pro Helvetia; Fondazione Edith Maryon; Fondazione Ernst Göhner; Fondazione Svizzera degli Interpreti; Fondazione Nestlé per l’Arte. Partnership di Costume National, Red Bull, Fanadir Holiday Resort, Talking Image, Nendaz Ski Resort e Stimorol.

Credits per video e fotografie: courtesy Festival Belluard – Bollwerk Fribourg (Svizzera) coproduttori e Artisti.

Il tempo del lusso non è tramontato anzi, è diventato sempre di più all’appannaggio di pochi. La condizione e il concetto di welfare, proprio degli stati occidentali, è messo in dubbio e la competizione globale sta creando nuovi ruoli nell’ambito del protezionismo. Viviamo sempre di più come tante piccole identità, tutti tesi ad accaparrarci un posto ai vertici, dove di posti ce ne sono sempre meno.

E’ questa la formula, il viatico che porta al successo ? ebbene, sì: nulla infatti è più gratificante per l’ottenimento del successo, del successo medesimo! E’ il cosiddetto effetto di amplificazione ed è un principio fondante e decisivo non solo nella società ma più specificatamente anche nell’arte contemporanea.

Gli artisti sono i pionieri di un fenomeno sociale chiamato « casting society ». L’attenzione è diventata un valore in sè. La democratizzazione di tutto ciò che emerge si evidenzia tanto da trovare conferma nella dichiarazione di Joseph Beuys: ognuno di noi è un artista. Oggi, tuttavia, dobbiamo constatare che ognuno cerca di essere artista!

Holiday on stage è un’inchiesta condotta e messa in scena da Martin Schick e Damir Todorovic sulla forza di seduzione e strategica della nostra società occidentale, adattata all’ambiente dell’arte. In scena gli attori attribuiscono a se stessi ruoli di artisti appartenenti all’upper class che dibattono della legittimità di definirsi « artisti ».

Allo stesso modo in cui commercio e arte sono diventati sempre più vicini e intrecciati, riducendo la distanza fra capitale economico e culturale, gli artisti a loro volta sono diventati una « serving class » in stretto rapporto con la nuova cyber società neofeudale. Rispetto alle sponsorizzazioni e all’industrializzazione dell’arte la domanda è sempre la stessa : che cosa accadrà all’artista?

Attraverso una recitazione piena di humor, clichés, citazioni ed estetica del quotidiano Holiday on Stage è uno spettacolo che ha come scopo quello di provocare un dibattitto sul futuro politico e economico della nostra società : per questo può essere considerato un « western ».
dalla presentazione di Martin Schick e Damir Todorovic

Lo spettacolo, dopo il debutto al Festival Belluard-Bollwerk di Fribourg nel giugno del 2013, ha viaggiato in tutta Europa spingendosi fino in Cina. Ovunque ha suscitato ampi consensi…e per davvero, è stato un successo! Il pubblico era spesso partecipe, si sentiva chiamato in causa in questo dibattito serrato fra personaggi calati in un mondo nel quale tutto appare vitualmente possibile e invece nella realtà non lo è, perché siamo in troppi con aspirazioni simili ma spesso drammaticamente inconciliabili, costretti e condizionati in spazi fisici e soprattutto sociali limitati, ridotti a scarne schematizzazioni.
Quanto ne siamo consapevoli?