WE LOST the SEA – Federica Di Carlo

Artista: Federica Di Carlo
Titolo: WE LOST THE SEA
Luogo: Palermo, Antico Arsenale della Marina Regia – Soprintendenza del Mare
Anno: 2018, giugno – settembre
Produzione installazione: Federica Di Carlo e SNAPORAZVEREIN.
Enti promotori: Soprintendenza del Mare – Regione Sicilia, Fondazione Mondo Digitale
Progetto inserito nella programmazione di: Palermo Città europea della Cultura, 2018
Progetto a cura di Simona Brunetti
credits fotografici e video, courtesy Lorenzo Bacci
Libro d’artista:
Federica Di Carlo, WE LOST THE SEA, a cura di Simona Brunetti con i contributi di S. Brunetti, F. Di Carlo, A. De Caro, L. Barreca, G. Benassi, F.M. Bianchi, S. Carniel, V. Catricalà, D.J. Cziczo, L. Lonardelli, MASBEDO – I. Bedogni N. Massazza, M. Migliora, I. Panicelli,
Editore: Manfredi Editore, 2020.
Produzione: SNAPORAZVEREIN

Il progetto ideato e realizzato da Federica Di Carlo prende avvio da intensi confronti e scambi epistolari (digitali !) con lo scienziato dell’ MIT di Boston David James Cziczo e l’oceanografo S. Carniel su temi cruciali e urgenti del nostro tempo, quali l’inquinamento atmosferico e l’acidificazione dei mari, entrambe cruciali nel quadro di un sistema climatico che pone al centro il « respiro della Terra »..

Da questo incontro è nato un confronto, un intreccio fra ricerca scientifica e creazione artistica. Lungo le lineee guida del lavoro perseguito negli anni da Federica Di Carlo, focalizzato sull’osservazione critica degli equilibri del mondo, in questa installazione l’Artista ha restituito al pubblico l’urgenza di questi temi attraverso una messa in scena teatrale
coinvolgente ed empatica.
Lo spettatore, appena varcato l’ingresso del Salone d’onore al piano nobile dell’Arsenale di Palermo si trovava immerso in una dimensione altra che lo invitava dapprima a osservare, a prendere coscienza di questi temi e poi a ritrovarne la centralità esistenziale attraverso l’evocazione suggestiva di un ancestrale e per tanti aspetti insondabile «respiro della terra».
Un mantra che se da un lato apriva una breccia rassicurante legata al suo possibile rinnovarsi all’infinito, dall’altro -complici la fragilità dei grandi aquiloni mossi dal vento (artificiale) e i grandi serbatoi per la raccolta dell’acqua piovana posati a terra (che spesso si vedono sui tetti di Palermo), era presente a ricordarci che proprio perché si tratta di equilibri, tutto è mutevole.

Dalle annotazioni di Federica Di Carlo contenute nel libro d’artista:
“ tutto è collegato, niente basta a se stesso….”
« inspirare……respirare respirare è un processo apparentemente semplice » 
« un nostro respiro su due è garantito dall’oceano « 
« WE LOST THE SEA Aquiloni simulano I riflessi di luce, il mare. “
« il clima è un sistema complesso e i sistemi complessi possono mutare in maniera non
lineare »
« il ciclo dell’acqua sulla Terra è un ciclo continuo. C’E’ SEMPRE la stessa QUANTITA` di
ACQUA sul Pianeta »
« cisterna – serbatoio che raccoglie e conserva l’acqua piovana su una superficie collettrice »
« Palermo – aperto / acqua mare Palermo » « aqua – aria »
« Stiamo costringendo il Pianeta ad evolversi molto più velocemente di quello che è la
normalità…”
« quante volte abbiamo perso il mare ? »
citazione da:
J.W. Goethe, Il Viaggio in Italia. La Sicilia
“…dei contorni, la morbidezza dell’insieme, il divergere delle sfumature, l’armonia di cielo,
mare e terra. Chi l’ha visto, lo tiene con sè per tutta la vita ».
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Nella torrida, travolgente e palpitante di emozioni estate palermitana del 2018 nessuno di noi poteva immaginare che a due anni di distanza saremmo stati confrontati a una pandemia che di fatto -fra le molte costrizioni- ci obbliga a un confronto serrato con alcuni dei temi cruciali messi in scena da Federica Di Carlo, sia nell’installazione all’Antico Arsenale di Palermo che nel successivo lavoro dedicato a una rivisitazione del significato delle premonizioni, o piuttosto della capacità critica di Cassandra (presentato al Museo della
Montagna di Torino, novembre 2018).

Sono la prova della centralità del fare artistico nella società che le migliori energie sanno esprimere con lucida lungimiranza su temi urgenti che riguardano tutti, senza distinzione alcuna e ovunque. A queste riflessioni visive, artistiche e portatrici di emozioni profonde dovremmo tutti contribuire di più e in modo più incisivo affinché abbiano maggiore e migliore visibilità, affinché possano diventare centrali anche nel dibattito politico in vista di scelte imminenti decisive per la sopravvivenza stessa del Pianeta.