Le grand jeu – Meris Angioletti
Artista: Meris Angioletti
Titolo: Le grand jeu
carte colorate, fogli di rame, proiezione su schermi di diapositive in loop, oggetti varii ; agrès sospeso, tavolo di metallo con gamba in blocchi di sale, teremin e altri materiali per la performance Ut (vedi Performances)
Anno: 2016
Credits: FRAC Reims Champagne Ardennes, Snaporazverein, con il sostegno del Centre National des Arts du Cirque, Châlons sur Champagne
Credits immagini : courtesy FRAC Reims Champagne Ardennes
Fin dall’inizio del suo percorso artistico Meris Angioletti ha focalizzato il suo interesse e la sua ricerca all’interno dell’immenso bacino delle scienze e delle arti del tardo ‘800 traendo ispirazione e stimoli diversi in particolare dalle scienze cognitive, dalla psicologia e dalle credenze esoteriche, agendo e trasformando i meccanismi della percezione, della memoria e della psiche. Nelle sue opere queste discipline sono di volta in volta sollecitate, interrogate e focalizzate nella ricerca di una sempre rinnovata ri-creazione del controllo e della relazione fra l’invisibile e l’infinito ventaglio delle sue possibili rappresentazioni, con una particolare attenzione alla misura e all’equilibrio fra linguaggio, suono e immagine.
Nel Grand jeu –evocativo della presenza, a Reims, dell’omonima rivista e del movimento fra il 1927 e il 1932- e in Ut (vedi Performance) mezzi di espressione diversi, quali la fotografia -mediata dalla proiezione di diapositive-, la parola, intelliggibile o inventata -scritta, o presente con la voce o il coro-, sono messi in scena all’interno di una scenografia di luci e di suoni che genera partiture di colori e di materiali varii, quali fogli di rame e conchiglie. Grazie a questo dispositivo prende forma un rapporto originale fra spazio fisico e spazio mentale che invita lo spettatore a sentire, a vivere e a ricomporre dentro di sè delle visioni interiori. Nelle sue opere -spesso di carattere installativo come la creazione realizzata per il Frac a Reims- Meris Angioletti trasforma lo spazio caratterizzato da testimonianze e frammenti accuratamente selezionati e distillati, in un contenitore di soggettività. Nel Grand Jeu e in particolare in Ut, che include l’idea di « ruota » e quindi di ciclicità, l’artista conduce lo spettatore verso una riflessione sul gioco e sullo stesso mettersi in gioco a partire dall’immaginario e dalla simbologia dei tarocchi divinatori (che utilizza i tarocchi di Marsiglia). In questo modo sia Le grand jeu che Ut diventano momenti, parti di un insieme immersivo fatto di luci, suoni e personaggi (nella performance legata a Ut) che coinvolgono lo spettatore in un percorso di relazione e di scambio di energie, fra spazio fisico e soggettivo-interiore.