Respira – Daniele Puppi

Artista: Daniele Puppi
Titolo: RESPIRA
Luogo: Roma, Villa del Cardinale Scipione Borghese, Galleria Borghese
Anno: 2017, giugno – ottobre
Progetto realizzato nell’ambito del progetto ministeriale “Committenze contemporanee”
promosso da MIBACT Ministero Italiano dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Progetto realizzato dalla Galleria Borghese, Roma in collaborazione con Mecenati della Galleria Borghese Onlus e MAGAZZINO, Roma;
con il sostegno di Collezione Alessandra e Paolo Barillari e Collezione Berlingieri
Coproduzione, credits: Daniele Puppi, Snaporazverein
Progetto a cura di Maria Silvia Farci
credits del video, courtesy Daniele Puppi

L’ installazione di Daniele Puppi è un’opera sonora site specific concepita e realizzata per gli spazi a pianterreno di Villa Borghese. L’installzione è stata pensata per convivere in un rapporto volutamente spiazzante con le opere appartenenti alla collezione d’arte antica
create e appartenuta al Cardinale Scipione Borghese fra Cinque e Seicento.
Nessun rapporto filologico collega la Storia della raccolta antica al lavoro di Daniele Puppi, anzi il suono / la vibrazione del respiro irrompono liberi e irriverenti in questi ambienti e si impongono lungo il crinale di un crescendo straniante. Quando raggiungono l’acme
suoni/ritmi/vibrazioni si dirigono all’esterno, invadono i Giardini curati della villa scossi / percossi da un urlo, un boato indecifrabile che colpisce e interroga provocando un senso di spaesamento.
Da un’intervista fra Maria Silvia Farci e Daniele Puppi, di Sonia S. Braga, ottobre 2017 : M.S.F. « Nella tua investigazione sperimentale si capta un’ansia sperimentale che si autoalimenta. Cosa cerchi alla Galleria Borghese ? »
D.P. « …di fare mio quello spazio. Camminando nelle sale del Museo sentivo un senso di fisica oppressione. Come se fossi progioniero di quel luogo saturato da un pensiero tanto potente da risucchiare ogni tentativo di uscire da un canone estetico nitidamente costituito
e per me del tutto alieno. E ho cominciato a meditare in che modo potevo osare…”.
M.S.F. « Osare che cosa? »
D.P. « Un ritmo, una frequenza, che devia e altera quell’inerte indipendenza sovvertendo la percezione dello spazio. So che volevo trasmutare la fisicità, scuoterlo dal di dentro.
Attraversarlo e andare oltre Scipione, oltre i capolavori e bypassare l’architettura-scrigno che li contiene. »
M.S.F. « Ma in che modo? »

D.P. « Le porte della Galleria si spalancano e il dentro si riversa violentemente fuori.
L’interno compresso in respiri si fa urlo che scuote gli alberidel Parco e arriva come un’allucinazione acustica che disorienta la gente all’esterno. »
M.S.F. « Mai in pace. Come se fossi incalzato dalla necessità di trovare nuove modalità di espressione artistica che afferrino e diano forma al radicale cambiamento del sentire contemporaneo. »
D.P. « Infatti…non pensi che la semplice potenza de un respiro sia sufficiente a sgretolare l’estasi pietrificata, fissata dagli artisti eletti da Scipione ? Non pensi che si possa usare l’invisibile tangibilità di un suono come potente getto disorientante ? Il respiro decontrae,
porta energia e movimento. »
M.S.F. « Dunque il suono come sovvertimento? Come decontrazione e energia, che rianima e muta la percezione. E tu come un sismografo registri questo sottosuolo invisibile che afferri attraverso l’acustica : punctum del tuo operare. Quanto è dominante l’acustica nel tuo lavoro ? »
D.P. « E’ tutto. Il suono, quasi sempre usato come una sorta di vibrazione, è la componente principale di tutti i miei lavori dal 1996 ad oggi. E continua ad esserlo. La Vibrazione…. Come un sentire che arriva dal corpo per giungere poi alle orecchie….più che il suono io cerco un ritmo interno ad ogni cosa. La diversità di frequenze di ciò che sta fermo o si muove….. »….