Handle with care – Masbedo

Artisti: Masbedo – Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni
Titolo: Handle with care progetto a cura di Paola Nicolin per « the classroom » video installazione a 6 canali, dimensioni ambientali colore, suono stereo per ogni canale, HD, aspect ratio 16:9, durata 9’32’’, loop Ed. 5 + 2 AP
montaggio : Cristina Sardo
sound design e postproduzione audio : G.U.P. Alcaro e Davide Tomat
Anno: 2016
Credits: Masbedo, Snaporazverein, In Between Art Film
Produzione esecutiva: Luca Bradamante per Area Video
Progetto realizzato con il supporto di: .a Firenze, Palazzo Vecchio: Comune di Firenze, Estate Fiorentina 2016, Musei Civici Fiorentini, Gallerie degli Uffizi, Opificio delle Piete Dure di Firenze, Museo del ‘900 di Firenze, Associazione Culturale Rest-Art; Associazione culturale Area Video; La Venaria Reale (To): Consorzio di Valorizzazione Culturale « La Venaria Reale », Centro Conservazione e Restauro « La Venaria Reale », Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, MIBACT Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Civita, Associazione culturale Area Video, Snaporazverein, In Between Art Film, Artissima.
Credits fotografici: courtesy Alessandro Astegiano, Masbedo

Gli artisti sono stati invitati da the classroom -centro d’arte e educazione inaugurato a Milano in aprile 2016- a sviluppare una riflessione sul tema della cura dell’immagine, nella cornice di un progetto specifico che li ha visti attraversare le più prestigiose istituzioni italiane di restauro  e conservazione scelti come materiali di produzione. Handel with care è infatti il titolo del video a più canali realizzato in quest’occasione all’interno dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e del Centro di Restauro a Venaria Reale (To), luoghi unici che per la prima volta sono stati svelati dallo sguardo dell’arte contemporanea. Qui gli artisti si sono trovati a diretto contatto con la materialità dell’oggetto artistico, il suo valore e la sua durata, con i rituali e i gesti di conservatori e scienziati che si confrontano da secoli con la creazione, distruzione e ri-creazione dell’opera d’arte, trascendendone i confini culturali e temporali. E’ questo un ecosistema delicatissimo, un equilibrato e secolare sistema di convivenza tra opere e persone, reazioni chimiche ed emotive, temperature e suoni -ritmi/respiri di macchine-, tradizione e innovazione, artigianalità e tecnologia, storia e futuro che è stato portato alla luce da un lavoro altrettanto accurato e puntuale degli artisti.

Handle with care è accompagnato da una selezione di altre opere ideate per questo progetto e che funzionano come indizi, materiali provenienti dallo studio degli artisti, oggetti e simboli : animali impagliati, frammenti di gesso, dischi graffiati, strumenti diversi, sono una sorta di dna dell’opera. da uno scritto di Paola Nicolin per the classroom e Masbedo « 5. Il mestiere delle immagini. (…) Accanto a un discorso di nuove scoperte -rese possibili da macchinari ad altissima definizione, come scanner, tac o composti chimici che permettono un’indagine e un’ intervento mai visti prima nel tessuto dell’opera, nelle sue nervature-, la relazione tra restauro e tecnologia è all’origine anche di nuovi percorsi della storia dell’arte, che partendo proprio da queste scoperte, rinnova metodologie, strumenti e canoni della storiografia ragionando proprio sul tema della materialità e immaterialità dell’arte, e l’accumulazione di storie, significati e valori dati da una sempre nuova lettura e interpretazione dell’opera. (…) Il discorso (…) apre una serie di interrogativi non solo sul ruolo dell’istituzione museale e sugli aspetti gestionali ma anche sulla trasformazione stessa del lavoro che, per diverse ragioni, chiede di essere visto, consumato sotto gli occhi del pubblico, alla presenza inesorabile del corpo. E’ d’altra parte chiaro quanto questo ordine di considerazioni appartenga alla natura mutevole dell’istituzione museo, che proprio in questo ultimo decennio ha assorbito le istanze di trasformazione dei linguaggi dell’arte contemporanea, sempre sintomo di un cambiamento (…) legato alla presenza dell’artista, alla progressiva istituzionalizzazione, musealizzazione e archiviazione dei linguaggi della performance, delle immagini e dei corpi in movimento (…) che si offrono alla dimensione dell’ora e qui. Quello che (…) accade, questa volta (…) dentro le mura del museo, è lo spostamento di un’attenzione dall’oggetto al processo, dal prodotto finito che esce dallo studio, alla documentazione dello stesso : una trasformazione che spinge il museo verso la dimensione di un generale centro di cultura visiva e non solo d’arte (…) (1). (…) E’ difficile restituire l’empatia che si prova di fronte a questo ventaglio di materiali : è come se se sotto gli occhi si dispiegassero tutti i mondi possibili, materieli e immateriali, interio in frammenti, oltre i confini di spazio, tempo, culture, geografie e identità (…) un sogno per chiunque subisca il fascino del mestiere delle immagini. Nella lotta affascinante tra lacerazioni e suture, vita e morte, tutto è caratterizzato da una costante alternanza tra individuo e collettivo, interventi esegiti in religioso silenzio e decisioni collegiali, bisbigli di coppia e rumori di macchine. Questo intreccio di carne e ferro è uno degli aspetti che muove i Masbedo a lavorare in questo contesto. Le loro telecamere (…) sono gli strumenti artigianali che senza frizioni nè sovrastrutture si sono inseriti in queste fucine di Vulcano. Le ottiche si sono amalgamate con i bisbigli dei conservatori, delle frese e gli scalpellini,quasi ad aggiornare in un istante i media linguistici, riducendo la distanza di secoli di scoperte tecnologiche che separa l’Adorazione dei Magi di Leonardo alla video arte (2)».

(1) vedi Paola Nicolin, in Paola Nicolin, Masbedo, Diario Psichico. Analisi di una mostra d’arte contemporanea, Ed. Quodlibet, Macerata, 2016, pp. 54-55
(2) vedi Paola Nicolin, in Ibidem, p. 62